Metodologie per la condivisione

Principi di progettazione partecipata


Riccardo Da Re - Catie Burlando - Diego Gallo


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Durata dell'unità didattica: 00:37:51

Sommario

In questa lezione:

  • Perché utilizzare la progettazione partecipata? 

  • Perché non utilizzare la progettazione partecipata? 

  • Che cos’è un processo partecipativo? 

  • Quando utilizzare la progettazione partecipata?

  • Chi coinvolgere nel processo partecipativo?

  • Con quale figura professionale condurre la partecipazione?

  • Di che strumenti il facilitatore si avvale?

  • Quali tecniche utilizzare?

 

Obiettivo formativo: 

  • acquisire le competenze specifiche sulle tecniche per la progettazione partecipata

Perché utilizzare la progettazione partecipata?

La rete è:

  • un fattore necessario per lo sviluppo rurale
  • un elemento di coesione
  • migliora la governance turistica

 

Governance

Capacità della pubblica amministrazione di gestire e dirigere networks, coinvolgendo tutti gli attori della società civile nei processi politico-decisionali
(Commissione Europea, 2001)

Perché utilizzare la progettazione partecipata?

Benefici:

 

  • aumentare la qualità delle decisioni

+ conoscenza, competenze, esperienza, confronto

- conflitti, criticità

 

  • democratizzare il processo decisionale

+ condivisione, partecipazione, fiducia

- passività, esclusione, controversie

 

  • costruire coesione sociale

+ corresponsabilità, consenso

Perché non utilizzare la progettazione partecipata?

La rete è un assortimento eterogeneo di persone con domande ed esigenze differenti, che devono essere conciliate.

 

 

 

“…ORA NON SI TORNA PIU’ INDIETRO!”

 

La partecipazione crea aspettative

 

non si devono usare queste tecniche se non si è in grado di gestire le aspettative

La partecipazione è la nuova tirannia?

Quando la partecipazione è inadeguata:

 

  • il Decisore sa già la soluzione
  • non è chiaro l'obiettivo iniziale e/o la domanda chiave
  • mancanza di comunicazione sull'impiego dei risultati
  • inefficienza organizzativa (es. duplicazione tavoli non necessaria)
  • partecipanti non rappresentativi degli stakeholders
  • presenza di soggetti "inibitori" delle interazioni
  • facilitatore inesperto o poco capace di gestire il processo

  

Che cos'è un processo partecipativo?

 

Progettazione che prevede la partecipazione di coloro che saranno i fruitori dell’oggetto o del luogo che si sta progettando.

Un processo partecipativo:

  • coinvolge tutti i portatori di interesse nella decisione finale che si vuole prendere

  • parte da un problema di cui si vogliono trovare soluzioni alternative

  • permette di studiare la complessità del fenomeno

  • coinvolge più attori, raccoglie idee e stimoli, riguarda diverse tematiche

  • ricerca il consenso che porterà alla decisione finale

  • richiede tempo ma il risultato finale sarà molto più condiviso

Livelli di partecipazione

Autovalutazione

Quando utilizzare la progettazione partecipata?

Chi coinvolgere nel processo partecipativo?

 

Cittadini o esperti?

 

Persone già coinvolte o nuovi stakeholders?

 

Solo diretti interessati o intera popolazione?

 

Attori omogenei o eterogenei?

 

Pochi o tanti?

 

Individui o organizzazioni?

Questioni da valutare nella scelta dei partecipanti

Come far partecipare tutti gli interessati?

 

Come garantire che siano rappresentativi del territorio e delle diverse opinioni?

 

Come gestire l'asimmetria informativa e di potere?

 

Come conciliare le varie competenze?

 

In quale orario?

 

 

Il primo passo è SEMPRE l’identificazione e l’analisi degli stakeholder!

Autovalutazione

Il facilitatore

 

ha il totale controllo della situazione, ed è in grado di gestire il processo dal suo inizio alla sua fine, dall'accoglienza dei partecipanti fino al riassunto in un report

è un professionista che

  • affianca, stimola ed incoraggia
  • pone la persona al centro della relazione
  • porta alla luce risorse già presenti
  • guida un evento verso un risultato positivo
  • aiuta i singoli partecipanti ad analizzare i propri punti di forza e di debolezza

 

Presupposto:

  • crede che la persona possieda di per sé tutte le risorse necessarie per realizzare i propri progetti

L’osservatore/assistente

 

prende appunti sul linguaggio del corpo, sulle dinamiche dei partecipanti, identifica le reazioni, le criticità, i problemi, aiuta nell'interpretazione dei risultati e nella reportistica finale

Perché è importante:

  • non è immedesimato nella discussione e può quindi osservare dinamiche che potrebbero passare inosservate al facilitatore
  • aiuta il facilitatore nell’interpretazione dei risultati e nella reportistica
  • può prendere note dettagliate dell’incontro, sia di quello che ci si è detto che dei messaggi non verbali e permette quindi una reportistica più ricca e dettagliata
  • può identificare relazioni tra i partecipanti (si conoscono oppure no, stanno parlando tra di loro, si mettono d’accordo per le risposte)

Materiali e strumenti

Autovalutazione

Quali tecniche utilizzare?

La scelta dipende da:

 

  1. gli obiettivi
  2. il livello partecipativo
  3. i rischi
  4. i partecipanti
  5. la fase progettuale
  6. la disponibilità di tempo e budget

Tipologie

A) Tecniche per l’ascolto

    • Focus Group, Brainstorming, Camminata di quartiere, SWOT

 

B) Tecniche per l’interazione costruttiva

    • EASW (European Awareness Scenario Workshop), Albero dei problemi, OST, World Cafè, Delphi

 

C) Tecniche per gestire i conflitti

    • Jigsaw, Multicriteria analysis, Citizens court

 

Queste tecniche verranno approfondite nelle lezioni successive

Autovalutazione

Approfondimenti

Risultati

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Autori

Riccardo Da Re

Dipartimento TESAF, Università di Padova

Assegnista di ricerca

Autori

Catie Burlando

Etifor, Spin off Università di Padova

Project Manager

Autori

Diego Gallo

Etifor, Spin off Università di Padova

Project Manager

Collaborazioni

Questa unità didattica è stata sviluppata all'interno del progetto formativo pilota realizzato dal Centro di ricerca Politiche e Bioeconomia del CREA, nell'ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale 2014-2020.

 

La progettazione è stata sviluppata in collaborazione con Veneto Agricoltura che ha pianificato le tematiche e selezionato i docenti per la produzione dei contenuti formativi.

 

Il percorso formativo è stato sperimentato, prevalentemente in remoto, grazie alla partecipazione del gruppo pilota formato da tecnici selezionati dal Consiglio dell'Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali (CONAF).

 

Si ringrazia in particolare i rappresentanti del Consiglio che hanno contribuito alla progettazione ed alla sperimentazione suggerendo revisioni e miglioramenti.

Credits

Rur@Lab
Versione 3.0
Copyright © CREA 2017-2020
Rur@Lab è un programma per la creazione di unità didattiche multimediali per il web al servizio di formatori (scheda attività CREA 25.1) realizzato nell'ambito della Rete Rurale Nazionale (RRN) 2014-2020
La RRN è gestita dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali
La RRN è il programma con cui l'Italia partecipa al più ampio progetto europeo (Rete Rurale Europea) che accompagna e integra tutte le attività legate allo sviluppo delle aree rurali per il periodo 2014-2020
Rur@Lab è un programma realizzato da Andrea Bonfiglio presso il Centro Politiche e Bioeconomia - Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'analisi dell'Economia Agraria (CREA)